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Circuito fai da te, è legale? - Versione stampabile

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Circuito fai da te, è legale? - JackGalassio - 11-02-2024 08:45

Ciao, sto rifacendo l’impianto di una barca a vela da zero. Domanda stupida alla quale non ho trovato ancora risposta.. sapreste dirmi se è legale? Mi spiego meglio, se mi fermano, se fanno dei controlli generici o ad esempio se voglio vendere la barca.. quali documenti devo avere che attestino che quello che ho fatto è a norma?

Grazie mille Smile


RE: Circuito fai da te, è legale? - EC - 11-02-2024 09:41

"Ho visto impianti che voi umani non potete neanche immaginare..."
Sta a te valutare se sei in grado o meno di realizzare un impianto elettrico per la tua barca che sia a norma, nessuno verrà a dirti niente (se non sei immatricolato) salvo in caso di incidente che coinvolga terzi, presumo.


RE: Circuito fai da te, è legale? - rob - 11-02-2024 11:28

Secondo me non esiste neanche una barca dove non sia stata fatta una qualche modifica, spostato un filo, aggiunto un apparecchio ecc che l'abbia resa diversa rispetto alla versione "omologata" uscita fresca dal cantiere; vorrei vedere ri-tracciare tutta la sequenza delle modifiche una per una per verificare che siano state fatte da personale qualificato, garanzie assicurazione professionale e compagnia.
Insomma che un impianto sia definibile "legale" o no...


RE: Circuito fai da te, è legale? - BornFree - 11-02-2024 11:37

Bellissima verità

(11-02-2024 09:41)EC Ha scritto:  "Ho visto impianti che voi umani non potete neanche immaginare..."



Circuito fai da te, è legale? - JackGalassio - 11-02-2024 11:49

(11-02-2024 11:28)rob Ha scritto:  Secondo me non esiste neanche una barca dove non sia stata fatta una qualche modifica, spostato un filo, aggiunto un apparecchio ecc che l'abbia resa diversa rispetto alla versione "omologata" uscita fresca dal cantiere; vorrei vedere ri-tracciare tutta la sequenza delle modifiche una per una per verificare che siano state fatte da personale qualificato, garanzie assicurazione professionale e compagnia.
Insomma che un impianto sia definibile "legale" o no...


Quoto, i check da fare credo siano 3 a questo punto.

Capire le clausole assicurative cosa coprono e come sono scritte (varia da assicurazione ad assicurazione)

Capire se la normativa obbliga la presa visione e firma di un perito

Capire anche a fronte della firma eventuale di un perito, come durante un controllo possano (vogliano) intercettare qualcosa di “potenzialmente” non a norma.

Detto questo, a qualcuno è mai capitato di essere contestato? (Se si, non ci credo )

Grazie a tutti Smile


RE: Circuito fai da te, è legale? - Gabriele - 11-02-2024 14:12

Non so la risposta, ma riporto quello che posso vedere.

OBBLIGATORIETA'?
Per il passaggio della visita RINA non ho mai sentito di richieste di certificazioni di presa visione, etc. Nel mio caso, Ing. diversi hanno sempre guardato il quadro elettrico; chiesto se "la massa è al motore o a piastra in rame?", e controllato la presenza e pressione degli estintori.

REQUISITI ASSICURATIVI
Sul mio contratto c'è scritto che è regolato dalle Condizioni di Assicurazione integralmente contenute nel Set Informativo (Unipol) modello SI/09055/N01/00000/C edizione 01/05/2023. Andando a vedere, mi pare che la sola parte applicabile sia una delle generiche clausole di esclusione:

Citazione:"La Società non risponde dei danni e delle perdite dipendenti direttamente od indirettamente da vetustà, deficiente manutenzione...."

Quindi non è richiesta la conformità a un modello omologato, la certificazione di chi ha effettuato modifiche o la presa visione di un perito, etc. Per come la capisco, sono fattori che potrebbero comunque aiutare in una causa, ma non sono obbligatori.


Quindi l'impressione è che in giudizio si regolino caso per caso a frittata fatta, senza particolari obblighi preventivi. Per un confronto con l'estero, nota che in USA le regole ABYC (che spesso citiamo) non sono affatto obbligatorie: sono delle best practices scritte da gente di competenza riconosciuta. Gli armatori non sono obbligati, ma hanno un incentivo ad applicarle e a far certificare l'installazione da un tecnico autorizzato ABYC, per potersi difendere efficacemente in caso di controversia (qualcuno anche per stare più tranquillo quando usa lui la barca, con la sua famiglia dentro).


Circuito fai da te, è legale? - JackGalassio - 11-02-2024 14:36

Grazie mille Gabriele, continuo ad informarmi. Appena ho altre notizie alimento il thread con quanto recupero


RE: Circuito fai da te, è legale? - AndreaB72 - 11-02-2024 15:25

Per le barche CE ci dovrebbe essere un progetto a cui fare riferimento. Rimane non chiaro cosa si intenda per conformità in questo caso per cui non so esattamente un perito cosa dovrebbe certificare.
Come hanno già detto, i vari standard non sono obbligatori a livello di normativa, quindi, è difficile essere coerenti.
In termini di italianità invece noi abbiamo il RINA: in questo c'è un perito ufficiale che certifica la sicurezza dell'imbarcazione (infatti rilascia il certificato di sicurezza, non un foglio a caso), che ovviamente deve includere la parte elettrica. Che vogliamo più di questo?

In termini pratici invece: consultato Pantaenius riguardo al litio: la barca è CE, il materiale impiegato è CE, le specifiche sono consistentti, quindi per loro va bene. Fine della consultazione.


RE: Circuito fai da te, è legale? - luca boetti - 11-02-2024 16:35

Non cé nessuna obbligazione, se ti fai uno schemino e lo segui alla lettera sarà già meglio di come sono tanti altri impianti, rifare l lelttricità é abbastanza semplice, un po' di ordine e dei bei cablaggi sarà un plus alla vendita


RE: Circuito fai da te, è legale? - JackGalassio - 12-02-2024 21:06

Grazie mille per i feedback. Spero di poter contribuire arricchendo il thread nelle prossime settimane così che possa essere utile a tutti

A presto!


RE: Circuito fai da te, è legale? - Lupo Grigio - 15-02-2024 10:00

Non sono d'accordo con la maggior parte di coloro che hanno qui risposto.
Se la barca è marcata CE, la modifica dell'impianto elettrico genera in chi la fa una presunzione di responsabilità evidente e pacifica.
Ciascuno risponde di ciò che fa (principio sempre valido e fondante: cosa diversa è riuscire a stabilire a posteriori chi ha fatto cosa. Nel dubbio, chi rivende una cosa modificata, risponde comunque di ciò che ha rivenduto: sta a lui dimostrare, nel caso, che la modifica non l'ha fatta lui, ma l'ha fatta qualcun altro).
Le assicurazioni si comportano esattamente secondo lo stesso principio: in caso di conseguenze serie (tipica: un incendio, che è la causa statistica di gran lunga più frequente di guai seri a bordo) chiamano i loro periti specializzati per ricostruire se l'impianto andato arrosto è conforme o meno ai progetti originali (che stanno nel "fascicolo tecnico" detenuto dal "builder" che ha marcato CE la barca), e se trovano una non conformità, come primo provvedimento non pagano, salutano gli astanti e si mettono seduti comodi a veder come va a finire la faccenda in tribunale.
Se l'errore è originale (commesso dal "builder", e capita non di rado) a seconda dell'iter seguito per la marcatura CE, ci va di mezzo (a seconda dei casi):
- chi ha firmato il certificato di conformità CE
- chi ha redatto il progetto unifilare dell'impianto (ufficio tecnico cantiere, o terzista esterno incaricato)
- il responsabile produzione del "builder"
- il responsabile acquisti del "builder" (se c'è un problema di specifiche di materiali, o il subfornitore)
- il responsabile legale del "builder" o l'importatore stabilito nel territorio dell'Unione Europea
- l'organismo notificato che ha approvato e vidimato i progetti
- chi ha collaudato in origine
- chi ha venduto la barca.

Modificare in qualsiasi aspetto (anche apparentemente secondario: "cosa vuoi mai che succeda ...") un oggetto marcato CE immesso sul mercato dell'Unione, comporta assunzione di responsabilità ineluttabili.
Posso citare ampia casistica.


RE: Circuito fai da te, è legale? - rob - 15-02-2024 10:18

Quindi la conseguenza immediata è che è inutile pagare per essere assicurati.


RE: Circuito fai da te, è legale? - JackGalassio - 15-02-2024 10:42

Allora, per fare un po' di ordine, riassumo quanto ho capito:

Dal punto di vista normativo:
- non esiste legge che ti obblighi a certificare l'impianto della tua barca.
- qualsiasi modifica apportata alla barca rientra nel caso di dolo nella "presunzione di responsabilità evidente e pacifica"
- un perito puo' rilasciare un documento in cui si "assume" la responsabilita' delle modifiche che tu hai apportato, validandole.
- se succede qualcosa alla tua barca modificata e non periziata, la colpa è tua, senza modifiche, è sempre tua, ma in tribunale potresti appellarti al costruttore.
- se la barca è periziata, puoi appellarti al perito.

Dal punto di vista Assicurativo:
- Le assicurazioni sono un mercato libero e quindi ogni assicurazione ha le sue clausole.
- le assicurazioni potrebbero garantire qualsiasi impianto, sta all'assicurato valutare la giusta assicurazione che copra lo scenario coerente: 1) Impianto Originale 2) Impianto modificato periziato 3) impianto modificato non periziato.

Per curiosità, qualcuno ha una clausola casco di esempio? Qua tutte le agenzie sparano prezzi e non è mai chiaro cosa coprano effettivamente..

Grazie di tutto!


RE: Circuito fai da te, è legale? - Gabriele - 16-02-2024 12:45

Immagino che Lupo Grigio non si riferisca a tutte le modifiche, ma alle sole modifiche responsabili dell’incendio.

Se sulla mia barca collego le batterie con un DC-DC (invece del partitore a diodi originario), ho sicuramente deviato dal piano originario. Mi si incendia l'alternatore; presunzione di responsabilità mia, assicurazione che non paga.

Ma che succede se l’incendio avviene in porto a motore spento (come quasi tutti gli incendi riportati dalla stampa), es. per un corto su una presa 220v di bordo?
Spero che non possano rifiutare il pagamento perché ho modificato un’altra parte dell’impianto.

Se è così, mi ci ritrovo. Se non è così, immagino di disdire domani mattina almeno la parte corpi dell'assicurazione, in quanto palesemente inutile per i sinistri più pericolosi.




(15-02-2024 10:00)Lupo Grigio Ha scritto:  Non sono d'accordo con la maggior parte di coloro che hanno qui risposto.
Se la barca è marcata CE, la modifica dell'impianto elettrico genera in chi la fa una presunzione di responsabilità evidente e pacifica.
Ciascuno risponde di ciò che fa (principio sempre valido e fondante: cosa diversa è riuscire a stabilire a posteriori chi ha fatto cosa. Nel dubbio, chi rivende una cosa modificata, risponde comunque di ciò che ha rivenduto: sta a lui dimostrare, nel caso, che la modifica non l'ha fatta lui, ma l'ha fatta qualcun altro).
Le assicurazioni si comportano esattamente secondo lo stesso principio: in caso di conseguenze serie (tipica: un incendio, che è la causa statistica di gran lunga più frequente di guai seri a bordo) chiamano i loro periti specializzati per ricostruire se l'impianto andato arrosto è conforme o meno ai progetti originali (che stanno nel "fascicolo tecnico" detenuto dal "builder" che ha marcato CE la barca), e se trovano una non conformità, come primo provvedimento non pagano, salutano gli astanti e si mettono seduti comodi a veder come va a finire la faccenda in tribunale.
Se l'errore è originale (commesso dal "builder", e capita non di rado) a seconda dell'iter seguito per la marcatura CE, ci va di mezzo (a seconda dei casi):
- chi ha firmato il certificato di conformità CE
- chi ha redatto il progetto unifilare dell'impianto (ufficio tecnico cantiere, o terzista esterno incaricato)
- il responsabile produzione del "builder"
- il responsabile acquisti del "builder" (se c'è un problema di specifiche di materiali, o il subfornitore)
- il responsabile legale del "builder" o l'importatore stabilito nel territorio dell'Unione Europea
- l'organismo notificato che ha approvato e vidimato i progetti
- chi ha collaudato in origine
- chi ha venduto la barca.

Modificare in qualsiasi aspetto (anche apparentemente secondario: "cosa vuoi mai che succeda ...") un oggetto marcato CE immesso sul mercato dell'Unione, comporta assunzione di responsabilità ineluttabili.
Posso citare ampia casistica.



RE: Circuito fai da te, è legale? - AndreaB72 - 16-02-2024 15:01

(16-02-2024 12:45)Gabriele Ha scritto:  Immagino che Lupo Grigio non si riferisca a tutte le modifiche, ma alle sole modifiche responsabili dell’incendio.

Se sulla mia barca collego le batterie con un DC-DC (invece del partitore a diodi originario), ho sicuramente deviato dal piano originario. Mi si incendia l'alternatore; presunzione di responsabilità mia, assicurazione che non paga.

Ma che succede se l’incendio avviene in porto a motore spento (come quasi tutti gli incendi riportati dalla stampa), es. per un corto su una presa 220v di bordo?
Spero che non possano rifiutare il pagamento perché ho modificato un’altra parte dell’impianto.

Se è così, mi ci ritrovo. Se non è così, immagino di disdire domani mattina almeno la parte corpi dell'assicurazione, in quanto palesemente inutile per i sinistri più pericolosi.

Hai preso proprio il DCDC che è una modifica strutturale che cambia (in peggio) il profilo di rischio!
Nella pratica, esiste sempre discrezionalità - il punto di Lupo Grigio è tecnicamente ineccepibile, ma lascia il tempo che trova. Va da sé che uno è responsabile delle modifiche (qualcuno pensa altrimenti?). Non spiega poi quale dovrebbe essere la responsabilità del produttore per una barca di 20 anni o quali modifiche sono possibili: che succede se devo cambiare il caricabatterie e quello originale non lo fanno più? Quali modifiche sono considerati strutturali e quali no? Bella tirata, ma praticamente non dice niente di utile.


RE: Circuito fai da te, è legale? - Gabriele - 16-02-2024 15:42

Sì, ho preso il DC-DC per essere sicuro di avere una difformità facilmente verificabile. Altri elementi, tipo la chimica delle batterie, credo che non siano affatto specificati.

Io poi sono pre-marcatura CE, ma ho il sospetto di non essere in una posizione molto diversa. Per rinnovare il certificato di sicurezza, si deve presentare la documentazione tecnica o, nel mio caso, autocertificare che
Citazione:"La Documentazione Tecnica mancante dell’imbarcazione risulta depositata presso l’Autorità marittima di prima iscrizione"
Poi per avere la DCI, andando a scrivere il modello di barca sul sito di Confindustria Nautica, si nota che effettivamente sono campi chiusi. Se scrivi una virgola in meno, ti ricontattano per associarti a un modello in modo univoco.

Ovviamente la parte su cui vorrei saperne di più non è la (irrealistica) rivalsa mia sul produttore dopo n anni, ma l'inversione dell'onere della prova con l'assicurazione. Su questo il parere di Lupo Grigio mi interessa più del mio. Sarebbe molto utile prendere dalla casistica qualche caso di vizio di conformità su
cui hanno dato torto al proprietario, anche per modifiche apparentemente secondarie.


RE: Circuito fai da te, è legale? - clavy - 16-02-2024 17:28

(16-02-2024 15:01)AndreaB72 Ha scritto:  Hai preso proprio il DCDC che è una modifica strutturale che cambia (in peggio) il profilo di rischio!
Nella pratica, esiste sempre discrezionalità - il punto di Lupo Grigio è tecnicamente ineccepibile, ma lascia il tempo che trova. Va da sé che uno è responsabile delle modifiche (qualcuno pensa altrimenti?). Non spiega poi quale dovrebbe essere la responsabilità del produttore per una barca di 20 anni o quali modifiche sono possibili: che succede se devo cambiare il caricabatterie e quello originale non lo fanno più? Quali modifiche sono considerati strutturali e quali no? Bella tirata, ma praticamente non dice niente di utile.

Mah alla fine Lupo Grigio dice che l'assicurazione si siede e ti dice "ci si vede in tribunale" direi che è uno scenario molto verosimile, se sanno di avere torto marcio ti propongono la transazione alla nomina dei periti di parte


Circuito fai da te, è legale? - JackGalassio - 16-02-2024 17:41

Ma qualcuno ha una clausola assicurativa da leggere? Credo che siano prodotti standard delle assicurazioni, corretto?

Nella clausola ci deve essere scritto per forza cosa coprono e come.


RE: Circuito fai da te, è legale? - AndreaB72 - 16-02-2024 17:52

(16-02-2024 17:28)clavy Ha scritto:  Mah alla fine Lupo Grigio dice che l'assicurazione si siede e ti dice "ci si vede in tribunale" direi che è uno scenario molto verosimile, se sanno di avere torto marcio ti propongono la transazione alla nomina dei periti di parte

In teoria possono farlo sempre - la tua batteria ha un CCAdi 950A invece di 850A dell'originale! Rivalsa!
In pratica sarebbe controproducente alla fine, ma certamente possibile.
Pantaenius per esempio mise in chiaro da subito che avrebbe pagato i danni di Rapallo, anche se avrebbe potuto invocare qualche clausola oscura. Anche le assicurazioni sono un business competitivo (nel mondo, l'Italia va per conto suo), per cui devono moderare certi comportamenti.


RE: Circuito fai da te, è legale? - gr8wings - 16-02-2024 20:11

(16-02-2024 17:52)AndreaB72 Ha scritto:  In teoria possono farlo sempre - la tua batteria ha un CCAdi 950A invece di 850A dell'originale! Rivalsa!
In pratica sarebbe controproducente alla fine, ma certamente possibile.
Pantaenius per esempio mise in chiaro da subito che avrebbe pagato i danni di Rapallo, anche se avrebbe potuto invocare qualche clausola oscura. Anche le assicurazioni sono un business competitivo (nel mondo, l'Italia va per conto suo), per cui devono moderare certi comportamenti.

Visto che il 99,99% degli impianti viene modificato (anche migliorie teoricamente innocue come per esempio un isolatore galvanico) e in questo settore non mi sembra sia prevista una certificazione tipo impianti elettrici civile abitazione, se si spargesse la voce che alla minima modifica non pagano, metterebbero in dubb
io l'utilità di essere assicurati "corpi".